IoT - Internet of Things ed il mondo assicurativo, i cambiamenti in atto

giovedì, 13 agosto 2015

ll premio della conoscenza – ci dice Carlo Rovelli nel suo saggio“Sette brevi lezioni di fisica” – è la bellezza e occhi nuovi per vedere il mondo. In fondo, questo vale per il “destino digitale” in cui ci siamo ormai addentrati. E’ scoppiata dunque l’attenzione sull’Internet delle Cose, che apre un futuro di applicazioni che cambieranno il mondo e dunque i nostri modi di vivere. Chi poteva fino a ieri immaginare un automobile che si guida da sola? Solo nei romanzi di fantascienza. Mentre invece alcune grandi case automobilistiche dichiarano di avere quasi pronto il prototipo.

Big Data: Seizing Opportunities Preserving Values” è lo studio che Barack Obama ha commissionato al suo staff nel maggio 2014 per analizzare i rischi e salvaguardare i pregi di una società iperconnessa. Come è quella nordamericana e come stiamo per diventarlo noi della Vecchia Europa.

Lo IoT (l’acronimo di Internet of Things sfornato per un epoca che viaggia sempre più in fretta) è argomento su cui anche la pubblicistica di massa sta dilagando e che comunque non coglie impreparati gli assicuratori. Come ci spiega in questa intervista esclusiva Alexander Baugh, presidente di AIG Global Casualty, che – lo ricordiamo – ha partecipato al meeting tenutosi lo scorso 11 giugno a Milano, organizzato da AIG, ANRA e Cunningham & Lindsay sul tema dell’Internet delle cose. Che abbiamo ripreso sul numero 266 di Assinews.

Con Alexander R. Baugh, che vanta una carriera ultratrentennale in AIG, della quale è diventato Senior Vice president dell’area commerciale oltre che presidente di Global Casualty, abbiamo avuto una rapida conversazione prima dell’inizio del Convegno dell’11 giugno dedicato a Internet of Things.

Alexander Baugh ha il vantaggio di operare in un gruppo assicurativo che risulta all’avanguardia nell’ambito delle soluzioni assicurative legate all’ Internet delle Cose.

Negli Stati Uniti risulta che siano molto avanti nel prendere atto di come Iot cambierà la nostra vita e dunque, all’interno di AIG, si sono preparati con una équipe di esperti (e una partnership con la CEA – Consumer Electronics Association) a affrontare quella che si presenta come qualcosa di più di una rivoluzione tecnologica.

Si dice dunque convinto che l’Internet delle cose, lo IoT, inciderà in termini sostanziali anche nel fare assicurazione.

Gli assicuratori e il pubblico italiano sanno ancora poco sullo IoT. Ma sanno cosa è la black box, la scatola nera. Anzi, gli oltre due milioni di scatole nere installate, danno all’Italia un primato mondiale del quale pochi sono consapevoli.

Black box che, tuttavia, – secondo Baugh – è solamente un primo passo rispetto ai risultati che si riescono a ottenere con i devices dello IoT e con i dati generati (Big data).

Mentre la scatola nera è solo utile a registrare le modalità di un incidente stradale, i sensori dello Iot consentono addirittura di anticiparlo. Ovvero segnalare la situazione di rischio e evitare che si verifichi l’incidente stesso.

L’avvento di Internet of Things si coniuga con un futuro imminente in cui l’automobile fa a meno del guidatore, viaggia da sola. Ribaltando anche – in caso di sinistro – a chi attribuire la responsabilità: non sarebbe più il conducente/proprietario dell’auto ma la casa costruttrice.

Sembra di stare in un avveniristico lontano futuro ma si sa che la Audi sta programmando, già per il 2016, la messa in produzione di un’auto che, per viaggiare, non ha bisogno del pilota. Anche di Google si racconta sia impegnata in un progetto similare..

Alexander Baugh conferma che, di conseguenza, gli incidenti diminuiranno in misura molto consistente.

L’apporto di IoT sarà decisivo non solo per i rischi del personal line (anche in Italia si stanno offrendo polizze dell’abitazione dotate di smartbox che segnalano le possibili anomalie, le fughe di gas, i principi di incendio…) , ma anche per quelli delle aziende.

I sensori saranno presenti in tutte le fasi di produzione e consentiranno di monitorare ogni fase, ogni minimo dettaglio di quanto avviene nella catena produttiva, nei passaggi delle diverse filiere, anticipando segnalando il verificarsi di qualsiasi tipo di rischio.

Si delinea un mondo in cui le tecnologie Iot abbatteranno decisamente la possibilità del verificarsi di guasti e incidenti.

Per spiegarsi, Alexander Baugh propone l’esempio-metafora del PONTE, che fino a oggi per gli assicuratori costituisce un soggetto emblematico, da trattare con le dovute cautele quando si chiede di assicurarlo. Con l’applicazione dei sensori di Internet of Things, i rischi legati alla costruzione e alla manutenzione di un ponte si riducono in termini molto sensibili.

Nel campo della medicina i sensori IoT applicati sottopelle a una persona a rischio cardiaco consentono di avvertire il medico e anticipare il verificarsi di un ictus. Infatti il corpo umano, prima che si materializzi un infarto, cambia la composizione chimica del corpo che un sensore è in grado di percepire e segnalare. In modo da avvertire il medico che può agire basandosi su un sintomo certo e quindi formulare una diagnosi sicura.

Il tema della prevenzione delle malattie diventa più facile da affrontare.

La domanda a questo punto è: come si devono comportare gli assicuratori di fronte al proclamato “Destino Digitale”?

Tutto il sistema assicurativo è chiamato a prendere atto di come l’Internet of Things andrà trasformando i modi di vivere, di lavorare e di comunicare.

La comunità dei risk manager, i broker, i sottoscrittori devono comprendere l’entità di una simile evoluzione/rivoluzione e confrontarsi con le compagnie attrezzate e in grado di dare risposte.

Una cosa è certa: non converrà perdere tempo rivolgendosi a quegli assicuratori che rifiutano di esercitare il loro ruolo di rispondere con adeguate coperture, giustificandosi con il fatto di non possedere dati riguardo al mondo dell’Internet of Things.

I cambiamenti avvenuti negli ultimi tre anni, generati dai Big Data hanno inferto una accelerazione mai vista nella storia umana quanto alla capacità di leggere volumi di dati sorprendenti.

Il problema per gli assicuratori sta nel come dominare,analizzare e utilizzare questi dati, trovando la chiave per arrivare a determinare le modalità e i tassi utili a assicurare tutta una tipologia di possibili nuovi rischi.

Sta al sistema assicurativo e alle compagnie in particolare agire nel campo dell’informazione e della formazione. Da esercitare nei confronti del pubblico in generale come e soprattutto delle categorie imprenditoriali. Occorre puntare a sottolineare la necessità di ridurre le possibilità dell’errore umano.

In AIG – conclude Alexander Baugh – la capacità tecnica degli assuntori nell’affrontare in concreto le nuove frontiere del rischio collegate all’Internet of Things è ormai sperimentata. In grado anche di far fronte ai grandi cambiamenti e agli orientamenti delle Corti di giustizia in tema di responsabilità civile riguardo al trattamento dei dati.





Fonte: Assinews - Gigi Giudice
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Come è quella nordamericana e come stiamo per diventarlo noi della Vecchia Europa.Lo IoT (l’acronimo di Internet of Things sfornato per un epoca che viaggia sempre più in fretta) è argomento su cui anche la pubblicistica di massa sta dilagando e che comunque non coglie impreparati gli assicuratori. Come ci spiega in questa intervista esclusiva Alexander Baugh, presidente di AIG Global Casualty, che – lo ricordiamo – ha partecipato al meeting tenutosi lo scorso 11 giugno a Milano, organizzato da AIG, ANRA e Cunningham & Lindsay sul tema dell’Internet delle cose. Che abbiamo ripreso sul numero 266 di Assinews.Con Alexander R. Baugh, che vanta una carriera ultratrentennale in AIG, della quale è diventato Senior Vice president dell’area commerciale oltre che presidente di Global Casualty, abbiamo avuto una rapida conversazione prima dell’inizio del Convegno dell’11 giugno dedicato a Internet of Things.Alexander Baugh ha il vantaggio di operare in un gruppo assicurativo che risulta all’avanguardia nell’ambito delle soluzioni assicurative legate all’ Internet delle Cose.Negli Stati Uniti risulta che siano molto avanti nel prendere atto di come Iot cambierà la nostra vita e dunque, all’interno di AIG, si sono preparati con una équipe di esperti (e una partnership con la CEA – Consumer Electronics Association) a affrontare quella che si presenta come qualcosa di più di una rivoluzione tecnologica.Si dice dunque convinto che l’Internet delle cose, lo IoT, inciderà in termini sostanziali anche nel fare assicurazione.Gli assicuratori e il pubblico italiano sanno ancora poco sullo IoT. Ma sanno cosa è la black box, la scatola nera. Anzi, gli oltre due milioni di scatole nere installate, danno all’Italia un primato mondiale del quale pochi sono consapevoli.Black box che, tuttavia, – secondo Baugh – è solamente un primo passo rispetto ai risultati che si riescono a ottenere con i devices dello IoT e con i dati generati (Big data).Mentre la scatola nera è solo utile a registrare le modalità di un incidente stradale, i sensori dello Iot consentono addirittura di anticiparlo. Ovvero segnalare la situazione di rischio e evitare che si verifichi l’incidente stesso.L’avvento di Internet of Things si coniuga con un futuro imminente in cui l’automobile fa a meno del guidatore, viaggia da sola. Ribaltando anche – in caso di sinistro – a chi attribuire la responsabilità: non sarebbe più il conducente/proprietario dell’auto ma la casa costruttrice.Sembra di stare in un avveniristico lontano futuro ma si sa che la Audi sta programmando, già per il 2016, la messa in produzione di un’auto che, per viaggiare, non ha bisogno del pilota. Anche di Google si racconta sia impegnata in un progetto similare..Alexander Baugh conferma che, di conseguenza, gli incidenti diminuiranno in misura molto consistente.L’apporto di IoT sarà decisivo non solo per i rischi del personal line (anche in Italia si stanno offrendo polizze dell’abitazione dotate di smartbox che segnalano le possibili anomalie, le fughe di gas, i principi di incendio…) , ma anche per quelli delle aziende.I sensori saranno presenti in tutte le fasi di produzione e consentiranno di monitorare ogni fase, ogni minimo dettaglio di quanto avviene nella catena produttiva, nei passaggi delle diverse filiere, anticipando segnalando il verificarsi di qualsiasi tipo di rischio.Si delinea un mondo in cui le tecnologie Iot abbatteranno decisamente la possibilità del verificarsi di guasti e incidenti.Per spiegarsi, Alexander Baugh propone l’esempio-metafora del PONTE, che fino a oggi per gli assicuratori costituisce un soggetto emblematico, da trattare con le dovute cautele quando si chiede di assicurarlo. Con l’applicazione dei sensori di Internet of Things, i rischi legati alla costruzione e alla manutenzione di un ponte si riducono in termini molto sensibili.Nel campo della medicina i sensori IoT applicati sottopelle a una persona a rischio cardiaco consentono di avvertire il medico e anticipare il verificarsi di un ictus. Infatti il corpo umano, prima che si materializzi un infarto, cambia la composizione chimica del corpo che un sensore è in grado di percepire e segnalare. In modo da avvertire il medico che può agire basandosi su un sintomo certo e quindi formulare una diagnosi sicura.Il tema della prevenzione delle malattie diventa più facile da affrontare.La domanda a questo punto è: come si devono comportare gli assicuratori di fronte al proclamato “Destino Digitale”?Tutto il sistema assicurativo è chiamato a prendere atto di come l’Internet of Things andrà trasformando i modi di vivere, di lavorare e di comunicare.La comunità dei risk manager, i broker, i sottoscrittori devono comprendere l’entità di una simile evoluzione/rivoluzione e confrontarsi con le compagnie attrezzate e in grado di dare risposte.Una cosa è certa: non converrà perdere tempo rivolgendosi a quegli assicuratori che rifiutano di esercitare il loro ruolo di rispondere con adeguate coperture, giustificandosi con il fatto di non possedere dati riguardo al mondo dell’Internet of Things.I cambiamenti avvenuti negli ultimi tre anni, generati dai Big Data hanno inferto una accelerazione mai vista nella storia umana quanto alla capacità di leggere volumi di dati sorprendenti.Il problema per gli assicuratori sta nel come dominare,analizzare e utilizzare questi dati, trovando la chiave per arrivare a determinare le modalità e i tassi utili a assicurare tutta una tipologia di possibili nuovi rischi.Sta al sistema assicurativo e alle compagnie in particolare agire nel campo dell’informazione e della formazione. Da esercitare nei confronti del pubblico in generale come e soprattutto delle categorie imprenditoriali. Occorre puntare a sottolineare la necessità di ridurre le possibilità dell’errore umano.In AIG – conclude Alexander Baugh – la capacità tecnica degli assuntori nell’affrontare in concreto le nuove frontiere del rischio collegate all’Internet of Things è ormai sperimentata. In grado anche di far fronte ai grandi cambiamenti e agli orientamenti delle Corti di giustizia in tema di responsabilità civile riguardo al trattamento dei dati.Fonte: Assinews - Gigi Giudice Location of the event Esedra Broker info@esedrabroker.it false DD/MM/YYYY

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